Cos’ho visto del cielo di Milano il giorno in cui Michela se ne è andata?
Ho visto le nubi grigie di febbraio, ma oltre queste l’assenza di confini dell’amicizia vera che si sarebbe ripresentata in un delfino pochi mesi dopo.
Cos’ho visto del cielo della mia città emiliana quel giorno in cui mi hanno detto “Non puoi più andare sott’acqua. Tutto per quell’imperfezione che il tuo cuore si porta dentro fin dalla nascita”?
Ho scorto, nel biancore dell’afa, che qualcosa di nuovo era in serbo per me. Nuove persone ed esperienze sono entrate nella mia vita con la melodia di una risata.
Cos’ho visto del cielo quel giorno in cui ho pensato che una parte della mia vita rischiava di affondare nel vuoto dell’incertezza e della paura?
Il cielo non lo vedevo – non sembrava esserci – ma ho sentito che la forza e il viaggio del perdono sono più forti di rancore e risentimento e che dal fondo di un precipizio l’arrampicata può essere entusiasmante.
Io non rido perchè sono felice, sono felice perchè rido, come diceva il filosofo e psicologo William James.
Rido perchè la risata ha riempito con la sua chimica ed energia vuoti e momenti altrimenti pericolosi.
E il cielo si è lasciato vedere, anche dentro le pozzanghere.
La risata è una pratica e uno strumento di potenza inimmaginabile, sino a quando non lo vivi direttamente. Ciò che accade chimicamente dentro di te trasforma il tuo modo di affrontare le cose: cambia il tuo modo di pensare e il tuo atteggiamento mentale di fronte alle difficoltà e ai risultati.
Lo vedo da anni, nella mia vita e in quella delle persone che ho condotto alla risata incondizionata, in gruppo o in sedute individuali e in quella delle persone che scelgono il viaggio del perdono.